Indice vix, volatilità e volatilità implicita: tutto quello che devi sapere!
L’indice vix è un importante strumento di analisi che ogni investitore dovrebbe sempre tenere sotto controllo in qualsiasi fase di mercato.
Tuttavia, nelle fasi di calma molti se ne disinteressano. Non appena il mercato storna in maniera significativa o per più giorni consecutivi, tutti a parlare nuovamente dell’indice vix!
Gli abbonati ai nostri servizi sentono spesso parlare dell’indice vix, in quanto periodicamente ne proponiamo un’analisi nei nostri esclusivi report. I nostri consigli d’investimento, infatti, tengono anche conto dell’andamento nel tempo di questo importante indice.
Oggi vogliamo che anche tu possa comprendere cos’è l’indice vix e perché sovente viene etichettato come indice della paura!
Già in un articolo passato esprimemmo delle considerazioni sull’evoluzione di questo indice, oggi verificatesi! Ti consiglio di dargli un’occhiata qui!
Cos’è l’indice vix?
L’indice vix è uno strumento che stima sinteticamente la volatilità implicita nel prezzo delle opzioni sull’indice S&P 500, ed esprime con buona approssimazione la volatilità attesa sul mercato azionario dagli operatori finanziari
Certo, questa definizione non è di facile interpretazione. Ma sono sicuro che se leggerai fino in fondo questo articolo, ti sarà tutto magicamente chiaro.
Consapevole della difficoltà dell’argomento, l’ho strutturato in tanti semplici paragrafi!
Per prima cosa dobbiamo distinguere il concetto di volatilità storica o semplicemente volatilità da quello di volatilità implicita.
Cos’è la volatilità (storica)?
La Volatilità misura l’intensità di variazioni dei prezzi di uno strumento finanziario in uno specifico arco di tempo.
Uno strumento statistico molto noto per misurare la volatilità di uno strumento finanziario è la deviazione standard.
Nel corso degli anni, l’analisi tecnica ha sviluppato diversi indicatori di volatilità. Alcuni fanno ricorso alla deviazione standard, come le bande di bollinger, altri invece misurano la volatilità in maniera diversa come l’Average True Range. Benché questi indicatori di volatilità si basano su diversi metodologie, hanno tutti un elemento comune che li contraddistingue dall’indice vix.
I dati che vengono utilizzati per calcolare questi indicatori sono i “prezzi passati”, ossia dati storici. Per cui, tutti questi indicatori ci restituiscono informazioni passate sul grado di volatilità di uno specifico strumento finanziario.
Cosa diversa è la volatilità implicita.
Cos’è la volatilità implicita?
Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo fare una piccola premessa.
Se rivedi la definizione di Indice vix, noterai che il concetto di volatilità implicita è strettamente connesso a quello di opzioni. Dove le opzioni sono strumenti finanziari derivati.
Le opzioni possono essere considerate delle forme di assicurazione contro un evento avverso. Per mezzo di un’opzione, dietro pagamento di un premio ti assicuri domani il diritto di poter acquistare o vendere un determinato “prodotto” ad un prezzo fissato oggi.
Attraverso un’opzione, quindi, puoi garantirti di acquistare o vendere, ad esempio, un’azione domani ad un prezzo già noto oggi.
Lo strumento che intendi assicurare attraverso un contratto di opzione, viene definito “sottostante”.
Se temi una crisi di mercato azionario, grazie ad un’opzione puoi assicurarti domani di vendere le tue azioni ad un prezzo fissato oggi anche se il mercato dovesse scendere oltre tale soglia!
Il costo dell’assicurazione, il premio dell’opzione, dipende da diversi elementi che non sto qui ad elencarti. Ti dico solamente che la volatilità futura attesa del sottostante è uno degli fattori che influenza maggiormente il prezzo dell’opzione.
Molto intuitivamente, se molti operatori si attendono un mercato poco direzionale e con ampie oscillazioni delle quotazioni del sottostante sono disposti a pagare un prezzo più alto per assicurarsi (premio), in quanto ritengono ampiamente probabile l’evento dannoso.
Volatilità implicita: la definizione ufficiale confonde!
Come visto poc’anzi, il prezzo delle opzioni incorpora la volatilità attesa del sottostante che va ad assicurare.
Partendo da tale assunto, è possibile, attraverso formule complesse, derivare dal prezzo delle opzioni le ipotesi formulate dagli operatori circa la volatilità attesa del sottostante.
Con il termine “volatilità implicita” si indica la volatilità del sottostante attesa dagli operatori ed incorporata nel prezzo delle opzioni.
Come puoi immaginare, si parla di volatilità implicita perché non è un dato direttamente disponibile, ma deve essere “estrapolato” dai prezzi di mercato delle opzioni!
Quando si parla di volatilità implicita, la si definisce spesso “volatilità implicita delle opzioni“. Questa definizione, in realtà può trarre in inganno in quanto si potrebbe pensare che essa si riferisca alla volatilità del mercato delle opzioni. Nulla di più sbagliato!
Più correttamente, certo la definizione non è sintetica, si dovrebbe parlare di “volatilità attesa del mercato azionario implicita nel prezzo delle opzioni”
volatilità implicita = volatilità attesa del mercato implicita/incorporata nel prezzo delle opzioni
Calcolo dell’indice Vix
L’indice vix, che viene calcolato dal CBOE (Chicago Board Options Exchange), è ottenuto come media pesata delle volatilità implicite desunte dal prezzo delle opzioni legate alle azioni quotate sull’S&P 500.
Poiché tale indice riassume la volatilità implicita utilizzata per prezzare le opzioni sulle azioni quotate sul più grande indice mondiale, esprime con buon approssimazione le attese che gli operatori formulano circa la futura variabilità del mercato azionario.
Adesso se riprendi la definizione espressa nel primo paragrafo sono convinto che ti risulterà tutto più chiaro e sensato! Vero?!
Chiaramente, trattandosi di ipotesi non vi è alcuna certezza che le quotazioni future rispecchieranno quelle attese. Tuttavia, poiché molto operatori assumono posizioni coerenti rispetto alle ipotesi attese, fanno si che ciò che ipotizzano abbia un’altissima probabilità di verificarsi.
Come utilizzare l’indice Vix?
Sul piano teorico, il vix index potrebbe schizzare verso l’alto sia se si ipotizza un aumento della volatilità verso l’alto, sia verso il basso dell’S&p500.
L’analisi storica di questo indice ha comunque dimostrato che i picchi verso l’alto si realizzano in corrispondenza di periodi di turbolenza. Questa caratteristica gli è costata l’appellativo di “indice della paura” o “fear index”,
Cerchiamo di capirne il perché.
Quando la fiducia degli operatori sull’andamento rialzista del mercato inizia a vacillare, sono disposti a pagare un prezzo maggiore per sottoscrivere opzioni put in modo da bloccare il prezzo di vendita delle azioni.
Cosa comporta un aumento del prezzo delle opzioni (put in questo caso)?
Gli operatori, coerentemente al calo di fiducia, hanno ipotizzato una maggiore volatilità del mercato azionario e questo comporta un innalzamento dell’indice Vix!
Al contrario, quando gli operatori non percepiscono rischio nel breve termine il prezzo delle opzioni put resta basso perché nel formulare il prezzo delle stesse, ipotizzano una volatilità minima del sottostante.
In teoria l’indice Vix potrebbe aumentare per effetto anche di ipotesi ottimistiche sulle future quotazioni delle azioni. In questo caso, esattamente al contrario di prima, a costare di più dovrebbero essere le opzioni call. Ovvero le opzioni che danno diritto di bloccare oggi il prezzo al quale domani potrà essere acquistata un’azione.
Tale ipotesi resta solo teorica. Analisi empiriche dimostrano che in periodi di stabilità e tranquillità gli operatori di mercato non sono attratti dalle opzioni call, cosa che invece accade per le opzioni put in periodi di incertezza!
Vix index in aumento è sempre un segnale di pericolo?
Dal grafico sottostante, a conferma di quello che ci siamo fin qui detti, ad impennate dell’indice Vix corrispondano delle forti contrazioni dell’indice S&p500! Durante l’ultima grande crisi del 2008, l’indice vix raggiunse il suo massimo storico superando quota 80!
Più in generale possiamo affermare che l’indice vix ha un andamento opposto rispetto all’indice azionario. Scende quando il mercato sale e viceversa.
In realtà, in passato vi è stato un periodo in cui Vix index e S&p 500 hanno mostrato la stessa direzionalità. Questo è accaduto tra la fine del 1994 e il 2000.
In quel periodo, esattamente come adesso, l’indice vix proveniva dai minimi. Successivamente ha iniziato ad incrementarsi, ed il mercato azionario, pur evidenziando una maggiore turbolenza, diede vita ad un bull market senza precedenti, segnando un massimo che è stato battuto soltanto l’anno scorso!
All’epoca, come ora, la banca centrale stava attuando una politica monetaria restrittiva. I tassi d’interesse passarono dal 3% ad oltre il 6% nel 2000. Nel 2000, investire in obbligazioni era più conveniente che investire in azioni!
E’ possibile che vivremo una situazione simile a quella tra il ’94 e 2000?
Il contesto è molto simile. Chiaramente non abbiamo nessuna certezza matematica, ma non è da escludere che i mercati finanziari, anche se con maggior turbolenza, possano continuare a salire!
Al momento l’economia sembra solida e la politica fiscale di Trump dovrebbe continuare a sostenerla! In termini macroeconomici al momento non vi è nessuna recessione in vista!
Tuttavia, per poter portare a casa profitto in questi periodi di maggior turbolenza dei mercati, è necessaria una strategia solida e consolidata!
Buon investimento!
Avendo un trend primario ben definito, al rialzo come è di questi tempi, e tracciando le Bande di Bollinger sul grafico del Vix, tutte le volte che una candela esce dalla banda superiore per poi rientrarvi successivamente, potrebbe essere considerato un buon momento per acquistare un ETF sullo S&P 500 (ammesso ovviamente di avere liquidità a disposizione)?
Ciao Fabio,
come concetto la tua strategie non è sbagliata. Tieni però presente che:
1- non esiste una strategia infallibile. Per cui affidarsi ad un solo indicatore non mai una cosa saggia. Bisognerebbe tener presenti anche altri aspetti come la fiducia dei consumatori, disoccupazione ecc. ecc.
2 – di solito quando si verificano queste condizioni si estrema volatilità c’è panico diffuso e psicologicamente entrare a mercato in queste condizioni è più difficile.
Nel caso specifico la volatilità per ora è quasi rientrata in media. E i dati macro sono buoni. Per questo noi con i nostri servizi in questo momento abbiamo ripreso a consigliare ingressi selettivi.
Non so se sei già un nostro abbonato.
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Buon investimento
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